Previsioni dell’ ABI, ripresa lenta dell’economia, per banche
diminuiscono utili e crescono sofferenze
Diffuso oggi il rapporto di previsione AFO. Il settore bancario italiano regge alla crisi continuando a sostenere
imprese e famiglie, ma sconta ancora la difficile congiuntura economica. Aumentano le sofferenze (+27% nel 2010
e +9% l’anno prossimo); utili giù anche nel 2009(-45%) con una lieve inversione di tendenza nel 2010 (+8%).
Segnali di crescita per l’economia italiana: Pil +0,6% nel 2010, +1,6% nel 2011
Segnali di ripresa per l’economia italiana che dall’anno prossimo tornerà a crescere in maniera
graduale.
Dal quadro macroeconomico congiunturale, contenuto nell’AFO-Financial Outlook
diffuso oggi dall’ABI, infatti, emerge chiaramente che nel prossimo biennio è attesa una graduale
ripresa dell’economia sia nazionale sia internazionale. Secondo le stime del centro studi ABI e
delle principali banche italiane in Italia il Pil – tornato a salire su base congiunturale dopo 5
trimestri di riduzioni, nel 2009 ha segnato un calo del 4,8% – tornerà a crescere dello 0,6% nel
corso del 2010 e dell’1,6% nel 2011.
Per quanto riguarda il settore bancario, le banche italiane continuano a mostrare una sostanziale
tenuta pur scontando gli effetti della crisi economica e registrando una significativa contrazione in
termini di conto economico: gli utili netti, dopo essersi dimezzati nel 2008, si sono ridotti ancora
del 45% nel 2009 e pur segnando una leggera inversione di tendenza nel 2010 (+8%) si
manterranno ancora lontani dai livelli pre-crisi. Confermato anche il trend di crescita delle
sofferenze: +34% nel 2009, +27% nel 2010 e +9% nel 2011.
Il quadro macroeconomico nell’Area Euro e in Italia
Il Pil dell’Area euro, la cui caduta si era già sostanzialmente arrestata nel corso del secondo
trimestre, è tornato a crescere nel terzo (+0,4%). Indicazioni confortanti provengono anche dai
principali indicatori congiunturali.
La produzione industriale è in graduale risalita dallo scorso
maggio; anche gli indicatori di fiducia di consumatori e imprese proseguono il loro recupero. Gli
effetti negativi della recessione stanno facendo sortire i propri effetti sul mercato del lavoro: nel
terzo trimestre il tasso di disoccupazione è stato pari al 9,6%, e ha continuato a crescere anche
successivamente (9,8% a ottobre 2009).
L’economia italiana
Per quanto riguarda l’Italia, i dati ufficiali degli ultimi due trimestri confermano i segnali di ripresa
suggeriti dagli indicatori congiunturali nei mesi scorsi. Il Pil italiano, la cui caduta si era già quasi
arrestata nel secondo trimestre (-0,5%), è tornato a crescere su base congiunturale tra luglio e
settembre (+0,6%), dopo cinque trimestri consecutivi di contrazione. Con i primi dati ufficiali del
terzo trimestre, anche l’economia italiana è dunque tecnicamente uscita dalla recessione. Data la pesante eredità negativa lasciata dai trimestri precedenti (con un effetto di trascinamento del –
4,8%), la contrazione del Pil del 2009 è rimasta comunque vicino alla soglia del 5% prevista già la
scorsa estate. Per l’Italia, le attese sull’inflazione hanno visto un tasso allo 0,8% nel corso del
2009, per riprendere la crescita all’1,6 e all’1,9% nel biennio successivo.
L’industria bancaria italiana
Le banche italiane continuano ad assicurare il proprio sostegno a famiglie e imprese nonostante i
pesanti contraccolpi della crisi economica internazionale, la crescita delle sofferenze e il calo
ulteriore degli utili. Pur in presenza di un rallentamento della dinamica degli impieghi, infatti, gli
sviluppi della congiuntura creditizia si sono mostrati nell’ultimo anno e mezzo relativamente
positivi se paragonati alla caduta profonda dell’attività economica.
Impieghi. Il tasso di crescita dei prestiti erogati a famiglie e imprese – intorno allo 0,5% nel 2009
– tornerà a salire al 3,4% nel 2010 ed al 4,3% nel 2011. Su tutto l’arco previsionale risultano più
vivaci i prestiti oltre 1 anno, che nel 2009 hanno segnato un aumento del 2,5%, risulterebbero in
crescita del 4,5% circa nel 2010-2011, mentre quelli a breve che hanno chiuso l’anno con una
flessione del 4,1%, dovrebbero recuperare gradualmente nel 2010 e nel 2011.
Il credito alle imprese ha subito nel mese di settembre, una prima battuta di arresto con un tasso
di variazione su base annua per la prima volta negativo (-0,2%), registrando una performance
migliore rispetto a quella dell’Area Euro (-0,4%). Già a partire dalla prima metà dell’anno è
prevista un’inversione di tendenza che dovrebbe portare i crediti alle imprese a crescere del 2,6%
nel 2010 e del 3,2% nel 2011.
Il credito alle famiglie è cresciuto del 3,5% nel corso del 2009, trainato dai mutui per l’acquisto di
abitazioni (+4,2%) e per il biennio 2010-11 le attese sono per un consolidamento della crescita
dei finanziamenti alle famiglie che dovrebbero crescere del 4,7 e del 6% rispettivamente. La
scarsa vivacità dei consumi, secondo il rapporto AFO, dovrebbe portare a una sostanziale
stabilità del credito al consumo.
Raccolta. La provvista complessiva dopo aver avuto un incremento del 13% nel 2008 e del 6%
circa nel 2009, si manterrà al 5,3% nel 2010 e al 7,5% nel 2011. In rallentamento, rispetto al 2008,
il tasso di crescita delle obbligazioni: +14,5% nel 2009 fino al +7,7% nel 2011. Quanto alla
raccolta sull’estero si registra una leggera flessione nel 2009 (-3,2%), mentre si tornerà ad una
lieve crescita nel 2010 (+0,7%) che si consoliderà nel 2011.
Sofferenze. La severità della recessione sta imprimendo una forte e preoccupante spinta al rialzo
alle sofferenze bancarie: al netto delle svalutazioni segnano una crescita del 34% nel 2009, del
27% nel 2010 e del 9% nel 2011. Valutate in rapporto agli impieghi, le sofferenze nette
evidenzierebbero un progressivo e graduale peggioramento fino a segnare il 2,1% nel 2011, un
valore di quasi un punto percentuale in più rispetto a quello del 2008 (1,2%).
Utile netto. Dopo una riduzione del 54% nel 2008, l’utile netto delle banche ha subito nel corso
del 2009 un ulteriore dimezzamento (-45%); per il 2010 si prospetta invece un’inversione di
tendenza con una crescita dell’8,6%. L’ulteriore superamento della fase critica è previsto per il
2011, quando si potrebbe avere un rimbalzo che riporterebbe l’utile netto su un livello pressoché identico a quello del 2008, pur rimanendo quindi su valori sensibilmente inferiori a quelli precrisi.
Roe, margini e costi. In questo contesto, il Return on Equity, passerebbe dal 4,4% nel 2008 al
2,4% nel 2009-10, per attestarsi nel 2011 al 3,6%. Il margine di interesse ha registrato una
contrazione del 5,6% nel 2009 per risalire dell’1,3 e del 5,3% rispettivamente nel 2010 e 2011. Per
il margine di intermediazione, che nel 2008 ha registrato una flessione del 7,7% e un ulteriore calo
dello 0,8% nel 2009, si prospetta una ripresa del 3,6% nel 2010 e nell’ordine del 7% nel 2011.
Tassi di crescita più pronunciati dovrebbero connotare il risultato lordo di gestione (-0,4% nel
2009; +7,3% nel 2010 e +13,9% nel 2011) grazie a una dinamica dei costi operativi che,
considerato il contesto generale non brillante, dovrebbe risultare relativamente contenuta (-1% nel 2009, +1,4% nel 2010 e +2,7% nel 2011).
Via: www.abi.it