«Gli allevatori sono il perno del sistema produttivo delle filiere zootecniche; senza imprese agricole forti non si ha un’industria di trasformazione altrettanto robusta». Il presidente di Confagricoltura Mario Guidi, intervenendo a Cremona all’assemblea della Libera Associazione Agricoltori, al fianco del vicepresidente Antonio Piva (e presidente degli agricoltori cremonesi), rimarca la necessità di riposizionare il mondo agricolo nelle filiere agro-alimentari. Un discorso che sviluppa su due fronti caldi: quello dei suini e quello dei bovini da latte. Per quanto riguarda l’allevamento di suini, Mario Guidi a Cremona ha sollecitato misure urgenti e straordinarie, a livello nazionale e comunitario. «Va rivisto il ruolo ed il peso della componente agricola nelle filiere – ha rimarcato –. Non accetteremo prevaricazioni nella Commissione unica nazionale dei suini da macello; gli allevatori non possono essere considerati ‘figli di un dio minore’». Per l’allevamento di bovini c’è il problema della definizione del nuovo prezzo del latte per la seconda metà dell’anno. «Gli indicatori ci dicono – ha evidenziato Guidi – che il mercato sta andando abbastanza bene, con i prezzi al consumo del latte e dei derivati che crescono; degli aumenti che si registrano ben poco però va ai produttori. Con la controparte ci confronteremo con chiarezza e sollecito sin da ora atteggiamenti costruttivi». Soffermandosi sulla politica europea il presidente di Confagricoltura ha poi giudicato positivamente l’approvazione definitiva, da parte del Parlamento Europeo, della relazione di Albert Dess sulla politica agricola post 2013. «Ringrazio il presidente della Commissione Agricoltura del PE Paolo De Castro che si è attivamente impegnato per questo risultato che lancia un segnale chiaro ed inequivocabile alla Commissione Europea. La Pac va salvaguardata sostenendola con un bilancio invariato per il settore agricolo». Da ultimo il presidente nazionale della Confagricoltura è intervenuto sulle novità del maxi-emendamento al decreto legge “Sviluppo” sulla ruralità dei fabbricati. «Si sono inventati delle categorie catastali per far fare cassa ai Comuni con una nuova base imponibile per l’Ici, ma così la situazione è davvero ingestibile. Chiediamo al governo di rimediare alle storture in fase di applicabilità del provvedimento». «Prima di emanare norme di questa portata – ha concluso Mario Guidi – occorreva confrontarsi con le categorie agricole per valutarne la fattibilità. Ora ci si trova con una legge che provocherà solo un contenzioso enorme in cui lo Stato non otterrà quello che vuole e che farà sprecare agli agricoltori tempo e risorse».