
Nuovo colpo all’economia Europea (con lo spread btp-bund in forte rialzo) assestato da Moody’s che, nella giornata di ieri, ha declassato ben 114 banche europee di cui 24 del nostro paese (21 spagnole, 10 francese, 9 inglesi, 8 austriache, 8 danesi, 7 tedesche, 5 svedesi, 4 slovene, 2 svizzere, 1 per Belgio, Lussemburgo, Norvegia, Svezia).
A farne le spese sono Banca Carige, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Ubi Banca, Unipol Banca, Banca Sella, Monte dei Paschi di Siena,BNL, Banca della Marca Credito Cooperativo, Banca delle Marche, Banca Monastler e del Sile, Banca Poolare Alto Adige, Banca popolare di Cividale, Banca popolare di Marostica, Banca popolare di Spoleto, Banca Tercas, Banco Popolare, Cassa di Risparmio di Bolzano, Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti, Cassa di Risparmio di Cesena, Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza, Credito Emiliano, Credito Valtellinese, Iccrea Bancaimpresa, Cassa Depositi e Prestiti.
Ma se l’Italia piange anche nelle altre nazioni non si ride: a farne le spese sono praticamente tutti i colossi europei. Il downgrade è toccato infatti a giganti quali Barclays, BNP Paribas, Commerzbank, Credit Agricole, Deutsche Bank, HSBC, Ing group, Royal bank of Scotland, Santander, Société Générale.
Ma non finisce qui: Moody’s ha declassato anche parecchi enti e aziende statali e nazionali, prime tra tutte la Regione Lombardia (A1), Città di Milano (A2), Provincia di Milano (A2),Firenze (BAA1), provincia di Firenze (A3),Regione Toscana (A3), provincia di Torino (A2), Regione Umbria (A3), Regione Veneto (A3), Venezia (A3) nonché le Poste Italiane (A3), ENI (A2), Unipol (A2), Generali (Aa3).
Moody’s ha comunicato di aver apportato questi tagli sulla scia di quanto effettuato ad inizio settimana per il nostro debito sovrano, passato ad A3 dal precedente A2.
Il mercato azionario e obbligazionario, per quanto sia stato sterile alla comunicazione del declassamento dell’Italia di Lunedi, sembra aver mal digerito questo nuovo taglio con il differenziale tra btp e bund nuovamente in salita (sopra i 400 punti).
Anche l’Euro si è dimostrato debole, con il cambio con il dollaro intorno a 1,30. In calo anche tutte le principali piazze europee soprattutto per i timori del default della Grecia sempre più vicino (soprattutto con le voci del possibile rinvio della prossima tranche di aiuti europei ad Aprile, dopo le elezioni elleniche).