ETF

Investire in ETF: quali scegliere e vantaggi

Per chi non lo sapesse, ETF sta per Exchange Traded Funds. Si tratta di fondi di investimento a gestione passiva, spesso definiti semplicemente fondi comuni. Acquistando un ETF, non si va ad investire su un titolo soltanto. È come acquistare un gruppo di titoli infatti. I soldi investiti vengono suddivisi quindi su vari titoli, cosa questa che permette di ottenere un guadagno basso ma allo stesso tempo sicuro. Sì, perché spalmando l’investimento su più titoli, si va a spalmare anche il rischio stesso. Ma come investire in ETF? Andiamo a scoprirlo insieme. 

Scegliere gli ETF

Per investire in ETF, è prima di tutto necessario capire quali siano quelli migliori attualmente disponibili. Molte persone credono che siano sufficiente controllare l’asset class di riferimento. In realtà non è affatto così. Per capire quali siano gli ETF più interessanti, ci sono molti altri elementi che è bene prendere in considerazione, ossia:

  • Dimensione. È sempre meglio un fondo con una dimensione di oltre 100 milioni di euro, sarà infatti sicuramente redditizio!  
  • Età. Gli esperti consigliano di fare affidamento su un fondo che abbia già una lunga storia alle spalle, di almeno un anno, meglio ancora se di 3-5 anni. 
  • Total Expense Ratio – TER. Si tratta dell’indice di spesa complessiva, dei soldi quindi che è necessario spendere annualmente per poter mantenere il possesso dell’ETF scelto. 
  • Differenziali di tracking. Con questo complesso termine, si fa riferimento alla differenza tra i rendimenti reali degli ETF e i rendimenti virtuali dell’indice. Minori sono i differenziali di tracking, migliore potrà dirsi l’investimento. 
  • Performance. È bene controllare anche l’andamento di quel fondo sul mercato. Ci rendiamo conto che per le persone esperte può essere complesso, ma per fortuna online sono disponibili grafici semplici e intuitivi, alla portata di tutti. 
  • Liquidità. Maggiore è la liquidità di un ETF, più semplice sarà acquistarlo e venderlo.   
  • Metodo di replica. I metodi di replica sono la replica fisica e la replica sintetica. Dato che la replica sintetica comporta molti rischi, almeno inizialmente sarebbe bene optare per fondi a replica fisica. Tuttavia è bene sottolineare che i rischi sono minimizzati, non cancellati del tutto. 

Il trattamento degli introiti, un altro fattore da prendere in considerazione 

La lista che abbiamo sopra redatto permette di andare alla ricerca degli ETF in assoluto più interessanti. È però importante valutare anche un altro aspetto. In questo caso la scelta è del tutto soggettiva però, dipende quindi da ciò che l’investitore desidera poter ottenere. Stiamo parlando del trattamento degli introiti. 

Gli ETF a distribuzione prevedono che i profitti ottenuti dall’investimento siano accreditati in modo diretto sul conto dell’investitore. L’investitore ha piena facoltà quindi di decidere cosa fare con quei soldi, se quindi reinvestirli oppure spenderli a proprio piacimento. Gli ETF ad accumulazione, conosciuti anche come ETF a capitalizzazione, funzionano in un modo del tutto diverso. I profitti infatti vengono reinvestiti in modo del tutto automatico, acquistando altre quote dello stesso fondo. In questo modo è possibile risparmiare sui costi delle operazioni e allo stesso tempo aumentare il valore del proprio investimento. 

Investire in ETF, i vantaggi 

Come abbiamo inizialmente avuto modo di osservare, gli ETF comportano pochi rischi. Si tratta di un vantaggio importante, ma non dell’unico vantaggio che questo tipo di investimento permette di ottenere. 

I vantaggi sono:

  • Si tratta di investimenti estremamente liquidi, facili da comprare e da vendere. 
  • Sono trasparenti, molto più trasparenti di qualsivoglia altro investimento. 
  • Anche i piccoli investitori possono accedere ai più importanti indici di mercato grazie agli ETF.
  • Sono sicuri non solo perché i rischi sono bassi, ma anche perché in caso di fallimento della società che tratta la loro gestione è possibile ottenere il capitale investito in toto.
  • Hanno costi di gestione bassi. 
  • Permettono di elaborare senza alcuna difficoltà strategie multi-asset.

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